
Carissimi/e studenti/esse, genitori e personale scolastico,
approfitto di questo inizio anno per porgervi i miei più cari auguri, affinché la nostra comunità educante continui, grazie alla passione e all’impegno quotidiano di tutti, a promuovere e concretizzare l’idea di rispetto, leitmotiv del mio atto di indirizzo, “intesa come riconoscimento dell’altro e della sua possibilità di affermazione e di realizzazione individuale, chiunque esso sia a prescindere dal carattere di autorità/eccezionalità che gli può essere riconosciuta”. (Cfr. https://trasparenzapa.net/?codcli=SS16568&node=150013)
Sono pienamente convinta che la formazione di giovani personalità capaci di “rispetto”, nel profondo significato sopra richiamato, possa diventare realtà anche grazie al contributo della scuola, in alleanza con la famiglia, rappresentando una sfida educativa intrigante, attuale e praticabile.
E ciò che auguro a tutti è che questa sfida faccia crescere la nostra scuola quale ambiente di apprendimento, di realizzazione e di affermazione per qualsiasi persona – per quello che quella specifica persona è – e non per quello che vorremmo che fosse – nella sua apertura a dare il proprio unico e particolare contribuito per il bene comune.
Mi piace, come sempre, lasciare uno spunto di riflessione e questa volta sarà Edgar Morin, spero, a fornirci suggestioni su cui riflettere per agire: “Cultura, scuola e persona sono inscindibili… ‘Voglio apprendere a vivere’: questa frase rimarca l’importanza vitale della formazione sia da un punto di vista di umanità che di cittadinanza perché, per risolvere i problemi fondamentali dell’uomo, è necessaria un’alleanza educativa tra cultura umanistica e cultura scientifica. Una mancanza di congiunzione tra le due, infatti, non può servire a un’adeguata maturazione morale e spirituale…. Una conoscenza priva di contestualizzazione è una conoscenza povera. Come fare a riunire i saperi delle varie discipline? Serve un pensiero complesso che permetta di unire ciò che è separato. Oggi serve un nuovo umanesimo… Come apprendere a vivere? La conoscenza non si ha con la frammentazione ma con l’unione. È necessaria una riforma della conoscenza del pensiero, un nuovo umanesimo globale che sappia affrontare i temi della persona e del pianeta. I giovani oggi si sentono persi, non trovano le ragioni dell’essere. Durante la Seconda guerra mondiale i ragazzi dovevano resistere al nazismo, divennero partigiani, contribuirono a liberare le loro vite e le loro nazioni. E oggi? Oggi i giovani sono chiamati ad affrontare un compito ancora più ampio: la salvezza del genere umano. Hanno una missione grande davanti a loro e dobbiamo educarli ad apprendere e a maturare una conoscenza adeguata ad assolvere a questo compito fondamentale a cui sono chiamati”.
Ringraziando tutti per la preziosa collaborazione, rinnovo gli auguri di un fecondo 2023!
La dirigente scolastica
Sabina Depaoli